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Qualche giorno dopo la nascita iniziavano le visite di parenti ed amici che
portavano in dono, oltre a zucchero e caffè, galline da brodo, perchè la
puerpera, che allora stava aletto per parecchi giorni, potesse ben nutrirsi per
produrre latte. I padroni di casa offrivano ai visitatori liquori, dolci e vino.
I dolci, "pastètti", preparati in casa, erano fatti con uova, lievito
naturale, farina, cannella, garofano e mandorle. I liquori, anch'essi preparati
in casa, erano fatti con alcool, zucchero, acqua ed estratti vari.
Si usava anche
che un gruppo di amici si recasse a casa del nuovo nato per suonare e cantare in
segno di buon augurio.
Quando un bambino era portato per la prima volta in casa
di un parente o di un amico, era usanza offrirgli del sale, dello zucchero o
delle uova per augurargli un buon avvenire.
Nei primi mesi di vita il bambino
veniva allattato dalla madre che, al momento dell'allattamento, esponeva anche
davanti agli estranei il seno senza vergogna. Potenza della maternità, che
liberava la donna dall'obbligo di tenere gelosamente nascosta questa parte del
corpo.
Svezzato, veniva nutrito con pane cotto e pappe cotte con il latte e
addolcite col miele.
Per far star buoni i bambini o addormentarli le mamme
cantavano ingenue e dolci ninne nanne, animate spesso, oltre che da affetto
materno, da sentimento religioso:
<<Ti benediciu li mumenti e l'anni | I bambini, superati i rischi dei primi anni di vita, crescevano sani e robusti. Erano abituati a vivere anche a piedi nudi nei campi dove i genitori lavoravano da mattina a sera per fronteggiare la miseria allora molto diffusa. |
e l'uri chi spendi pemmu ti fai randi. | |
Ti benediciu la ninna e lu latti, | |
ti benediciu lu latti e la ninna, | |
ti benediciu bella piccirillha. | |
Matri di Ddiu meu cu sant'Anna, | |
mamma, a li vrazza toi la raccumandu. | |
A ninna nanna cu la ninna nonna | |
eu ti raccumandu a la Madonna>> |
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