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LE NOSTRE RADICI

ARDORE 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |

DAI BORBONE ALL'UNITA'

  Con il regno dei Borbone si aprì una nuova fase. Carlo di Borbone (1734 - 1759) affrontò subito i problemi del Regno.
Le sue riforme e quelle del suo successore ebbero effetti benefici anche in Calabria. I Comuni, ad esempio, ebbero l'assistenza gratuita da parte dello Stato nelle controversie contro i nobili, che avevano abusivamente occupato le terre demaniali. Anche se nell'acquisto delle terre ritornate libere si  avvantaggiarono soprattutto i borghesi, che avevano maggiore disponibilità finanziaria, si registrava comunque un movimento nella società calabrese, dove gli antichi equilibri sociali venivano ribaltati.
   I sovrani che seguirono sino al 1860, Francesco I (1825 - 1830), Ferdinando II (1830 - 1859) e Francesco II (1859 - 1860), non seppero capire lo spirito dei tempi nuovi e provocarono lo sfacelo del Regno.
   Quanto alla storia specificamente locale, Ardore che fu, sin dal VII secolo, casale di Gerace, la cui Mensa Vescovile vi possedeva un vasto latifondo, solo nel 1596 riacquistò la sua autonomia, divenendo un piccolo stato feudale su cui ebbero dominio i Ramirez, i De Marinis, i Bologna, i Capicelatro, i Gambacorta, gli Spina, i Carafa e i Milano d'Aragona, ultimi principi d'Ardore.
   Con Giuseppe Bonaparte (1768 - 1844), fratello maggiore di Napoleone, tramontato il feudalesimo, Ardore divenne un fiorente comune agricolo, che ebbe fino a più di 8000 abitanti.
   Anche Ardore, insieme con i paesi vicini, diede il suo contributo alla causa del Risorgimento. Nel 1847 immolarono la propria vita Gaetano Ruffo e Michele Bello, entrambi nati ad Ardore, rispettivamente il 15 novembre e il 5 dicembre del 1822, come risulta dal registro degli atti n. 124 e n. 130 del Comune (cfr. E. Gliozzi, Ardore, p. 88), insieme con Domenico Salvatori, Pietro Mazzoni, Rocco Verduci, fucilati il 2 ottobre a Gerace e ricordati come i "cinque martiri".

                   

Il sarcofago di Orazio gambacorta

Plastico castello feudale di Ardore  di G. Grenci

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