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GUTTA CAVAVIT LAPIDEM


Rompete il giogo e le catene,

sento lontano il tempo

volgo lo sguardo stanco,

nulla muove il mio cuore.

Saltare il fosso?

Dov'č dov'č ?

Invano guardo all'intorno

non vedo nulla,

l'odiata nebbia mi stringe

non posso gridare,

solo a parlare trema la mia voce.

E poi, cosa sa fare la gente?

Ode lieta le sciagure degli altri

per schernire ed odiare…

maledetta!

A chi parlare allora con la voce tremante?

Forse agli uccelli che operosi e ignari del cacciatore crudele

festosi tagliano l'aria?

O forse al vento

conoscitore della umana perfidia?

O ai monti

che seri e solenni s'ergono su tutti con aspetto poderoso?

A che pro? …. loro sono impotenti.



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