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I POVERI DEL MOMDO

" Non scappate

non lasciate le case

gli averi";

e se ne vanno

i derelitti

e se ne vanno

i vinti dalla storia

e dal potere.

" La vostra mamma

voi lasciate sola

la poveretta è pronta per patire."

Avanzano

potenti

le colonne,

avanzano

le forze del consenso,

"giustizia!"

van gridando

e vanno e vanno.

"Ma dove voi

scappate

o gente afflitta,

la mamma

muore

e voi

lasciate adesso?"

"Ma noi

vogliam salvare

i nostri figli

andiamo oltre quel cielo

e di quei monti.

E un giorno noi

o i figli nostri

o dei figli i figli

ritorneremo certo

ad abbracciar la mamma;

se mai la terra muore

essa risorge poi,

perché la morte non può tener la mamma,

sol se lei vive

dentro il cuor dei figli".

… e avanzano le truppe della pace

avanzano i solidi apparati…

e quelli impolverati

stanchi

stracciati

senza meta precisa

senza pane

in affanno,

corrono miseri

vinti già in tutto

ed umiliati

dai perfidi banditi

e senza pace.

" Oh gente

guardate che avanza

con potenza mai vista

la colonna

dei fieri guerrieri,

la colonna

dei forti

e del bene

è alle porte,

è già qui!

Che vuole essa?

Ascoltate che grida:[giustizia!]

… o forse [vendetta]

… ma chissà?

Sono tristi ma pure decisi.

Essi vogliono distruggere il male

che s’annida nel mondo,

che s’annida tra voi

e che sugge la linfa alla terra

e che sugge il vigore alla mamma"

"E voi?

Fratelli Talebani fuori corso

oppressori

nemici del bello

e del bene,

funesta

scellerata

piccola gente,

su studiate

e ancora e ancora,

che mai fosse che col senno

voi possiate trovare la via

che col cuore di pietra non c’è."

"Afgani che andate

non siate meschini

e cadenti,

vi vuol fieri

vi vuol forti la terra!

E tornate!

Tornate a renderla bella

E tornate a levar le catene!

essa è vostra

di tutti i suoi figli!

Ma andate,

già odo il rumore assordante,

la terra

la mamma

è in ginocchio

è oppressa,

vi aspetta

per un’era

di pace

e d’amore.

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