Il pane non mancava mai e di solito veniva preparato in casa. Il più ricercato e costoso era il pane di grano, ma abbastanza diffuso era anche quello fatto con farina di granturco (" 'a pizzata") di cattivo sapore e poco digeribile. Fare il pane in casa era quasi un rito a cui partecipavano non solo le donne della famiglia, ma anche le comari del vicinato. Era anche usanza dare in dono un pane caldo o una ciambella ai vicini di casa. [Il pane, che è l'alimento per eccellenza, non poteva non entrare nei proverbi, che sono lo specchio della saggezza antica. Esso è la ricchezza del povero "Quandu nta casa c'è u pani, c'è tuttu". Il ricco può permettersi: "Pani 'i nu jornu, vinu 'i n'annu, casu 'i nu misi"; mentre il povero: "Pani finu a chi dura". Il pane , alimento prezioso, non va sciupato: "Pani tostu manteni 'a casa". Allontanandosi da casa è necessario portarsi dietro il cibo e il vestiario per coprirsi: "Pani e mantu1 mu gravanu tantu". Il pane appena sfornato viene dato ai vicini in suffragio dei morti: "A la mala vicina 'a pitta2 cchjù randi". Anche i bambini, quando fanno i capricci, comprendono l'utilità del pane: "Nè pani vògghju, nè a scola vàjiu". Chi trova da lavorare si dichiara servo: "Cu pani mi duna, m'è patruni". Anche il povero è fiero di offrire ospitalità a tavola: "A ccasa 'i pezzenti non mancanu stozzi3". Le sofferenze, se non manca il pane, sono più sopportabili: "'I peni cu' 'u pani non su' peni, su' veri peni 'i peni senza pani". E, quindi, sventurata è la casa senza pane: "Nta casa senza pani, nc'è 'u trivulu abbattutu". Il pane si consuma sino in fondo: "Pani finu a chi dura, vinu cu' misura". E, infine, l'importanza del lievito: "Senza levàtu non si 'mpasta pani". Tra le usanze legate al pane v'era quella di offrire una pagnotta sulla porta della chiesa in occasione di funerali. Questa usanza, ispirata alla tradizione religiosa bizantina, non è stata del tutto abbandonata, in occasione del trigesimo]. continua pag 3
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u murcasu4 |
mantello.
focaccia.
pezzi, tozzi di pane.
stampo per imprimere una figura o un ornamento su certi dolci.
