indice   introduzione   home page

LE NOSTRE RADICI

ARDORE 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |

IL PERIODO ROMANO

    Il primo esodo delle popolazioni rivierasche verso le colline può essere collegato agli sconvolgimenti prodotti dalla prima e dalla seconda guerra punica, quando ebbero inizio le devastazioni lungo le coste dello Ionio. Anche la guerra civile e quella sociale portarono distruzione e miseria nella nostra regione. In seguito all'occupazione romana vennero meno alle popolazioni del litorale la possibilità di praticare la pesca, l'autonomia nel commercio e la tranquillità nel lavoro dei campi. [Come erano soliti fare in seguito all'occupazione di nuovi territori, i Romani assegnarono le terre degli eredi dei Greci d'Occidente agli aristocratici e ai senatori, determinando il formarsi del latifondo e lo sfruttamento selvaggio del territorio. Ampie zone costiere e collinari in precedenza coperte da fitti boschi (la contrada Piani d'Arèa sulla fascia litoranea attesta la presenza di boschi di elci, gr. arhìa = specie di quercia) furono disboscate per trarre legname per la costruzione di navi]. Una villa romana scoperta di recente e in parte scavata in contrada Palazzi di Casignana (toponimo che attesterebbe la presenza di agglomerati urbani), attesta la presenza dell'aristocrazia romana a pochi chilometri da Ardore: La parte scavata ha messo in luce un edificio termale, con pavimento a mosaico policromatico di un certo interesse, con varie figurazioni tra cui una scena con quattro figure femminili identificabili con le Nereidi o altre divinità marine. Anche ad Ardore non mancano le tracce della presenza romana, come attestano gli esigui resti di due ville, rinvenute una in contrada Salìce (gr. *Salìkon = Salìce) con portico a colonne e necropoli in contrada Tafarìa (ar. taifurija, specie di canestro), dove venne rinvenuto un sarcofago strigliato (III se. d.C.), l'altra in contrada Schiavo costruita su precedente impianto magnogreco. Sempre ad Ardore in contrada Giudeo, fu rinvenuta un'area cimiteriale con un  sarcofago di età tardo-antica. Nel periodo della dominazione romana nelle campagne della fascia ionica, non più coltivate come nei secoli precedenti, si produsse un rovinoso dissesto, che provocò frane,straripamenti di fiumi, inondazioni e, nel territorio prossimo al mare, acquitrini e paludi e quindi la piaga della malaria, che spinse gli abitanti a cercare sulle colline retrostanti luoghi più sicuri. Questo volgersi verso l'interno ridusse le aperture e le relazioni commerciali, dando corpo paradossalmente ad una società agricolo-pastorale, che segnò l'inizio della decadenza di quei centri costieri così floridi nei secoli precedenti. Nelle nostra Ardore Marina esistono toponimi come Lìmachi (gr. leimacs, terra melmosa) e Pantano, che attestano quanto fosse divenuto difficile vivere nelle zona costiera. Sotto l'influsso del messaggio cristiano che predicava l'uguaglianza degli uomini e una società fondata sulla giustizia non mancarono generosi tentativi di rivolta contro l'oppressione dei Romani, che avevano ridotto il popolo in schiavitù, ma essi non sortirono alcun effetto, perchè Roma intervenne subito militarmente per riportare l'ordine. Sui piani aspromontani, a Nord-Ovest di Gerace, Marco Licinio Crasso avrebbe eretto fortificazioni per contenere l'impeto di Spartaco e dei suoi seguaci già nel 71 a.C. Che Roma sia stata una grande e spietata potenza imperialista, oggi più nessuno dubita. Roma non si muoveva per "civilizzare", ma per conquistare, anche se poi imparava dai popoli sottomessi ("Graecia capta ferum victorem cepit", La Grecia conquistata conquistò il rozzo vincitore, enuncia lapidariamente Orazio. Epistole, II, I, 156). Del resto non ne dubitarono neanche storici latini come Sallustio e Tacito. Le invasioni barbariche, che scossero dalle fondamenta l'impero romano, interessarono solo marginalmente la parte meridionale della Calabria e ciò, paradossalmente, costituì un ulteriore fattore negativo. Visigoti, Ostrogoti, Vandali, Goti, popoli pieni di energia vitale, posero infatti, le basi di civiltà nuove, sconvolgendo quelle precedenti e perciò rinvigorendole, ma nelle nostre terre non ci furono effetti determinanti.

Casignana, Contrada Palazzi. Villa Romana (III sec. d.C.), particolare del pavimento a mosaico con Nereidi.

   indice   introduzione   home page

- 3 -